mercoledì 17 agosto 2022

ESAMI DI STATO pt. 4.1 - Grand Finale (sbilancio)


Adesso della Maturità tutti tacciono, perché si profila all’orizzonte una nuova tempesta chiama “docente esperto”. Nel caos della vita estiva trovo il tempo per tracciare un bilancio finale di questa esperienza, disordinato e alla rinfusa come la vita dell’italiano medio ad Agosto.

Premessa doverosa: c’è una discrepanza insuperabile tra ciò che l’Esame dovrebbe essere e ciò che l’Esame è. L’ideale e il reale (oltre al titolo di un manuale di filosofia che non piace a nessuno ma tutti usano) sono alla base della carriera di Platone come influencer di tiranni siracusani, eppure ancora oggi la gente s’incazza se le cose non sono esattamente identiche a quanto scritto nella brochure. Le brochure del Ministero sugli Esami sono generalmente di 30 pagine e, saggezza popolare insegna, più prometti e più è difficile essere all’altezza. Diciamo quindi che l’unica promessa che si può considerare rigorosamente mantenuta è che, alla fine dell’Esame, se sarai stato sufficientemente bravo, avrai un diploma.

Avendo avuto un attacco di grafomania, spezzo arbitrariamente il resoconto in due e iniziamo la parte più consistente e drammatica, il bilancio sulle tempistiche dell’orale.


TEMPISTICHE. Ogni Presidente si raccomanda di non impiegare più di 50 minuti per il colloquio + 10 minuti per decidere il voto. In tal modo si fanno 5 studenti in 5 ore e alle 13 ci si può accomodare in coda sulla Treviso-Mare. Invece… ecco un esempio di una mattinata standard, divisa in 5 colloqui.


1. Lo studente entra puntuale alle 8, si assegna la traccia e si comincia la discussione. Tutti ligi al dovere, ma qualcuno fa una domanda in più (segnarselo, lo scotto verrà pagato al punto 2). La discussione sul voto è rapida, siamo tutti freschi e ci sono solo 32 gradi fuori. Conclusione ore 9.10.


2. Alle 9.15 il secondo studente fa il suo ingresso. Durante la discussione qualche docente pensa di ridare la dignità alla sua materia approfondendo qualche passaggio (e scoprendo amareggiato che il trafiletto sulla barbabietola non  è stato studiato), poi a momenti ci si dimentica di chiedere Educazione Civica e si fa una domanda in extremis. Conclusione ore 10.20.


3. Il successivo viene introdotto alle 10.25 e, per snellire, gli si dice di fare in fretta. Conseguente crollo psicologico del candidato. Partono le domandine della commissione, che equivale a togliere il casco a uno che ha fatto un incidente in moto: lo studente reagisce ripetendo le stesse domande senza articolare alcuna risposta e il Presidente pensa di risolvere la questione con un “Chi ha vinto la seconda guerra mondiale?”. Dopo aver scoperto che ha vinto la Germania ai rigori, si giustizia la vittima con una domanda a vuoto sulla Costituzione. Litigio sul giudizio (“L’hai fatto sbagliare tu”, “M’indigno per l’assenza di preparazione”, “Bisogna capirlo, tu puzzi”, “Non sapeva la data della edizione cinese di Essere e Tempo!”, ecc.), negazione-rabbia-patteggiamento-depressione-accettazione. Sono le 11.45 ed è già tutto in vacca.

… PAUSA CAFFE’… Minuti patteggiati: 5; minuti impiegati: 25.


4. Alle 12.15, con solo un’ora di ritardo, entra il quarto candidato. La commissione, superata l’astinenza da caffeina, imposta tutto come una chiacchierata tra amici. Domandine inoffensive, qualcuno azzarda delle battute, il Presidente affabile chiede in Educazione Civica una riflessione sugli oranghi negli zoo e si fila lisci verso una valutazione non conflittuale. Conclusione ore 13.15


5. Alle 13.20, scosso da spasmi nervosi e con lo stomaco attorcigliato, entra l’ultimo studente. Un collega alla prima esperienza aveva prenotato un massaggio cinese alle 13.30 e vede svanire l’occasione di giocare al D’Annunzio di borgata. Nessuno vuole infierire e il colloquio prende quella piega salottiera in cui i contenuti passano in secondo piano rispetto alle opinioni personali. Che lo studente non abbia opinioni è secondario, alla fine ne viene fuori con qualche perla (“La guerra è brutta”, “Uguali nella diversità”, “La globalizzazione ci ha dato sushi e kebab”) e chiude con la sue esperienza lavorativa in nero al Chiosco Saigon a Jesolo. Verdetto finale su proposta del Presidente, nessuno ha la forza di contestare e si chiude la baracca alle 14.20.


A breve la chiusura del bilancio

Nessun commento: