giovedì 17 agosto 2023

2022-'23 - Esami di Stato (PT 1)


Febbraio chiarì che all’esame sarebbe ricomparsa una categoria ormai data per estinta: il Commissario Esterno (da ora in poi lo chiameremo l’Esterno, rievocando con tale definizione mitologie lovecraftiane in certi casi assolutamente pertinenti al profilo dei docenti) 

Avvistato per l’ultima volta nel 2019, l’Esterno era sparito dal 2019 causa pandemia e nei successivi tre anni il suo ricordo si era fatto sempre più sbiadito.

E sì che tutti i docenti, prima o poi, potevano mutarsi in un Esterno. Tutti eccetto quelli di Filosofia, tipica materia da Interni perché evidentemente al Ministero concordano con un mio vecchio Preside che mi disse “Tanto quello che dicono gli studenti in Filosofia lo capiscono solo i docenti di Filosofia”. Avendo sempre ricoperto il ruolo di Commissario interno, gli Esterni sono stati oggetto di osservazione accurata, quindi butto lì una parziale serie di categorie di Esterni che ho avuto il piacere di ammirare.


AVVISO. 

Elenco senza pretese di esaustività e senza implicazioni morali. Questi sono alcuni, non tutti. Se al lettore vengono in mente altri modelli, accetto consigli. Se qualcuno si sente chiamato in causa, o lo è o non lo è. Io mi riconosco in almeno due categorie, non necessariamente tra quelle elencate.


  • Gente normale. La maggior parte, di cui null’altro c’è da dire.
  • Bravi maestri. Ce ne sono tanti da cui imparare, sempre preparati e giudiziosi: grazie di esistere, ma passiamo oltre.
  • Cattivi maestri. Si impara cosa non fare, quindi hanno anche loro una funzione. Rufus ignorava la sua materia e mi ha insegnato che devo studiare sempre, Benny non faceva mai finire le frasi agli studenti e poi si lamentava che non sapevano costruire un discorso, Layla giochicchiava col telefono e poi sparava valutazioni a caso, Brandon si lamentava di tutto ma non proponeva mai una soluzione…
  • Megaloman (-woman). Niente relazione con il supereroe, si tratta di un soggetto megalomane. Non è dato sapere se lo sia anche nella sua normale attività di docenza, ma essere investito del “potere” di giudizio sugli studenti dei colleghi genera nel soggetto delle mania di grandezza che solo una Commissione equilibrata può smorzare. Bernard, per fronteggiare il megalomane Roy, proponeva sempre voti altissimi che Roy prontamente abbassava: ne risultavano sia una valutazione equa sia una soddisfazione quasi erotica di Roy che aveva imposto la sua indomabile volontà.
  • “Ipsa itaque ignorantia summa ac vera est sapientia” (Giovanni Scoto Eriugena). In sostanza, “la più alta saggezza è la vera ignoranza”. Ma Margaret, che in termini di spessore e intelligenza equivaleva a Fritz delle Sturmtruppen, credeva di sapere non solo della sua disciplina, ma anche delle discipline altrui e proponeva agli studenti arditi collegamenti che, pronunciati in classe, avrebbero garantito la retrocessione alla Primaria. Se Margaret fosse stata conscia del suo livello, probabilmente sarebbe stata zitta, ma era sciagurata e parlava. Tale categoria si disinnesca non valutando ciò che dice, ma senza farglielo capire, che tanto è impegnata a farsi i complimenti da sola per i collegamenti.
  • Il Matto. Non l’arcano maggiore dei tarocchi (che pur podrebbe rappresentare un categoria), ma il docente spinto da impulsi irrazionali. Non stupisca che esistano matti tra i docenti, quando essi sono ovunque nella società e la scuola è spesso in piccolo ciò che la società è in grande. La gestione del matto è pura improvvisazione, giacché egli stesso è imprevedibile. O sei Spud, che era il matto più geniale di tutti e infatti è stato inghiottito da un vortice spazio-temporale, oppure ti rassegni a lasciarlo fare e abbozzare a ogni delirio. Clement non fu arginato da un luminare della psichiatria, ma da Edda che gli portava ogni mattina una pastina e lui la fissa per ore senza mangiarla (la pastina, non Edda).
  • Savonarola (vedi anche “Il Contestatore”). L’hanno obbligato a fare l’Esterno. Ma sarebbe polemico anche se fosse Interno. Savonarola detesta l’Esame di Stato: ha mille motivazioni (non ripercorro, se non dietro esplicita richiesta del lettore), comunque lui là a correggere prove e ascoltare colloqui non ci vuole stare. E sbuffa, ribolle, digrigna i denti per ogni dilazione del tempo previsto. Arriva anche a non chiedere nulla della sua disciplina per far prima. Si alza e guarda fuori dalla finestra, sognando mari e monti, o la spesa al centro commerciale, o la partita a carte sotto la frasca. Propone voti altissimi per fare prima, ma non li difende dalla controproposte perché teme la palude della discussione. Alla fine delle operazioni scappa a lunghe falcate, per una breve soddisfazione pomeridiana che conduce alla rinnovata e circolare irritazione mattutina. Raramente c’è più di un Savonarola per commissione, l’algoritmo vorrebbe evitare collassi entropici.
  • Quisling. Traditore destinato nell’aldilà ad avere il cranio sgranocchiato da Lucifero, Quisling annota silenzioso l’andamento dell’esame nella speranza di rilevare delle violazioni del protocollo. E poi chiama il Provveditorato. Che convoca il Presidente di Commissione e lo crocifigge. Ma la denuncia è anonima e non sapremo mai chi dei Commissari sia Quisling. Ben più di uno psichiatra sostiene che Quisling esista solo nella mente dei Presidenti di Commissione più pavidi: io non ne ho mai incontrato uno, il che non esclude l’esistenza né il fatto che possa essere io.


Parte 2 in arrivo!

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