giovedì 10 agosto 2017

Vichinghi, chiome blu, sessualità variopinta

AMON AMARTH + ARCH ENEMY
7 agosto 2017
Summer Days in Rock - Majano (UD)


A Majano fanno le cose giuste. Sagra in centro al paese con organizzazione teutonica: plurimi stand di birra, cibo vario e abbondante, panche e tavoli a profusione perché noi vecchi vogliamo mangiare seduti, alberi per l'ombra, bagni per i deboli di prostata e zona concerti con palco serio.
Temevo poca affluenza, visto il botto di gente che è andata a vedere gli Offspring a Lignano, ma sono stato smentito da una dignitosa orda di Metallari che probabilmente sono ricchi oppure degli Offspring se ne sbattono tanto quanto il sottoscritto.
Partiamo adesso con le recensioni.

CIBO.
  • Frico morbido con polenta. Polenta onesta. Frico invece di livello alto, pastoso e senza grumi, con crosticina croccante e immediato intasamento delle arterie. Livello di sazietà: 80%. Apporto proteico inesistente, ma la saggezza mi aveva già spinto a mangiare un tonno pinnagialla vivo prima di partire. Alimento adatto al pre-concerto, soprattutto ora che il clima si è fatto meno sahariano.
  • Galletto intero con patate. Carne bianca allo spiedo post concerto è un'occasione da non perdere per reintegrare un po' di dignità persa col frico. Chi si informa di nutrizione su Google sa che si scarta la pelle per gettarla ai Metallari panciuti che scambiano l'obesità col benessere. Cottura adeguata, dimensioni ridotte: probabilmente si trattava di una quaglia.
  • Avvistato anche un Metallaro con la maglietta di “The Ultra Violence” dei Death Angel che consuma frittelle di mele con salsa non identificata: l'occhio socchiuso e il silenzio assorto mi hanno fatto dedurre godimento vero.

ARCH ENEMY.
Col cantante stempiato erano buoni ma non memorabili, con l'urlatrice bionda parevano una piattaforma per assoli: finalmente riesco a vederli anche con la canadese dai capelli blu. Detto che sono fenomeni a suonare e gli ultimi album mi piacciono perché ci sono i ritornelli coi rutti, parliamo di cose importanti.
  • Batterista con doppia cassa a elicottero, che ti vien da pensare se non sia per lui una noia usare più i piedi che le mani... comunque un robot, oltre che fisico degno e quindi buone possibilità di accoppiamento post concerto.
  • Sharlee D'Angelo suona il basso sempre sulla stessa corda, che tanto non si sente e quindi potrebbe andare invece in tour coi The Night Flight Orchestra che hanno il basso alla Survivor (ma un pubblico potenzialmente 0% donne).
  • Michael Amott e Jeff Loomis sono due cloni: testa china con capelli al vento, se uno fa ritmica l'altro spara l'assolo, mai uno sguardo sul pubblico e una precisione chirurgica... posto che vanno ammirati per le chiome e la perizia, ci sono gli estremi per diagnostica una sindrome di Ansperger.
  • Alissa ha il look vincente da streghetta di Tim Burton, il fisico pilates plasmato con proteine vegetali, una voce dall'oltretomba (sa cantare bene anche pulito, ma i fans degli Arch Enemy s'incazzerebbero a sentire un ritornello senza rutti) e grande grandissima presenza sul palco. Ogni maschio presente è decisamente concentrato su di lei, inclusi quelli che poco dopo dichiareranno amore homosex per Johan Hegg degli Amon Amarth... per dire, la confusione nel Metal regna sovrana anche a livello di identità di gender.
45 minuti a disposizione, 45 minuti di canzoni. Senza perdite di tempo, gli Arch Enemy portano a casa una prestazione trionfale e un pubblico in estasi per la musica (e non solo per le natiche di Alissa). I due chitarristi vengono portati fuori insieme alla strumentazione, ancora intenti a sparare assoli e ritmiche incrociate.

AMON AMARTH.
Come può un adulto di buona cultura e con lavoro rispettabile essere appassionato degli Amon Amarth, riassumibili come un concentrato di grezzume e epicità tagliata con l'accetta? Eppure sì, non solo compro i loro CD (le magliette no, sembrano quelle dei Fantagenitori), ma a vederli live godo come un tacchino americano scampato al Ringraziamento.
La band infatti investe così i 40 euro di biglietto richiesti:
  • magliette nere e corni per bere
  • luci e fumo come le band di liscio ad alto budget
  • scenografia vichinga da fumettone: elmo gigante a supporto della batteria, figuranti che si menano, un krampus che viene spacciato per Loki, proiezione sullo sfondo di scenette di epica vichinga in stile Marvel anni '90 (con tutte le anatomie ipertrofiche), un serpentone gigante gonfiabile veramente fighissimo su cui torniamo dopo
  • shampoo, balsamo e cera per barba
Hanno invece risparmiato su:
  • un fonico (e chi le ha sentite le chitarre?)
  • lezioni di dinamismo musicale (“Johan, senti questo riff!”. “Già usato nell'altro album”. “Ma lo mettiamo nel mid tempo del nuovo album”. “E per i pezzi veloci usiamo i riff dei vecchi mid tempo?”. “No, usiamo i riff del primo album cambiando i ritornelli”. “Ok, album pronto. E anche quest'anno si può andare in tour”).
  • Spessore culturale (ma qui sono io a fare lo snob perché ho studiato troppo).
Risultato trionfale.
Il pubblico, estasiato dal panem et circenses dei vichingoni, fa finta di sentire anche chitarre/basso e si scatena in headbanging implacabile, pogo, circle pit, wall of death e tutte quelle cose da giovani che fanno la fortuna di chi poi raccoglie da terra portafogli, chiavi di auto e denti d'oro. Alcuni fans si sono fatti crescere la barba per l'occasione, altri si sono iscritti in palestra un mese fa, molti hanno i capelli lunghi con piazze spaziose e accoglienti, tutti si sono ripassati la discografia in mp3 e dopo lo show hanno fatto incetta degli asciugamani degli Amon Amarth.
Due momenti sul palco risultano fondamentali, entrambi con protagonista il cantante Johan Hegg, che da 20 anni ha una panza da latifondista dell'800 e insiste col mettersi la maglietta smanicata aderente:
  1. sfodera un corno da bevuta da almeno 3 litri (l'equivalente vichingo dei bicchieroni di Coca nei McDonald americani) e vagabonda per il palco brindando alla salute dei fans. All'inizio avrei scommesso che fosse vuoto, ma poi ho pensato: “Questo fino a qualche anno fa faceva il rappresentante di formaggi, poi i fans gli hanno permesso di vivere di musica... come minimo sbronzarsi coi fans a ogni concerto ci sta”.
  2. Arriva sul palco con un enorme martellone preso da Happycasa (inserimento pubblicitario per tirare su qualche euro, visto che ho speso troppo in cibo) e, mentre fa il solito discorsetto con miti norreni e i fans italiani che sono i più fenomeni del mondo, dietro la batteria salta fuori un enorme serpente e parte un duello a mazzate in faccia. Il serpente (da ora in poi noto col termine dialettale La Bisàta) mi ha fatto capire che gli Amon Amarth ormai hanno svoltato: saranno degli zozzoni con l'inventiva di uno stambecco, ma i soldi che fanno li investono in spettacolo puro. Certo, non stratosferico come il Carnevale di Ceggia, ma quasi ci siamo.
Foto di Valentina Piovesan e Paolo Smeazzetto (avanzate un chinotto)

Alla fine, vittoria per entrambe le band e avanti verso il Valhalla.

PS... 
a quello che filmava con lo smartphone davanti a me... deprecando questa pratica, durante “Raise Your Horns” ti ho fatto un favore urlando una mirabile sintesi dei preamboli della Guerra dei Cent'anni e ho anche spiegato la questione dei feudi anglo-normanni in Francia: quando riguarderai il video non solo ti risparmierai una canzonaccia, ma imparerai pure qualcosa. Ovviamente didattica breve, adatta a chi è così disagiato da vivere i live attraverso una videocamera.

PPS...
grazie a Stecca, che mi ha portato in auto ed è riuscito a tenere i muscoli tirati per complessive 8 ore: miracoli del Crossfit


2 commenti:

alessandro Fort ha detto...

Ancora una volta, per l'ennesima volta, le parole del Grande Super Novello (notare l'uso di maiuscole) compongono situazioni e personaggi come fossero i terminali di una stampante 3D e tutto diventa reale e visibile. Grande come sempre le ironie, le simpatiche prese in giro di dettagli che diventano meravigliosi da cogliere e si è felici di averli perduti per aver l'occasione di farceli suggerire dal Maestro.
Non rimane che chiederci dove andrà a finire la pelle del pollo... chi la mangerà e chi la accumulerà nella panza. Mah!

cp ha detto...

Non capisco niente di musica in generale e di questa in particolare, ho settant'anni, ma la lettura di questa cronaca è stata davvero piacevole.
Complimenti!