lunedì 19 agosto 2019

Esami di stato 2019 - parte 4 : gattopardi, infradito e tutto ciò che in mezzo sta


Orali.
Cosa serve sapere.
L'esame orale può essere agonia o estasi per un commissario. Tendenzialmente agonia, perché anche quando stai avendo una conversazione brillante con un candidato, arrivano gli altri colleghi o il presidente a farti segno di tagliare i tempi e spedire lo studente a prendere brutti voti dal prof di Matematica (non che sia sempre il prof di Matematica ad affossare le medie dei voti, tuttavia Popper direbbe che, pur non essendo una regola, è una tendenza).
L'agonia standard avviene invece quando lo studente massacra la tua disciplina in piena incoscienza, sbagliando cose che gli hai corretto 10 volte durante l'anno o lanciandosi in commenti personali che spesso sfiorano l'apologia di ideologie totalitarie.
Ma quest'anno, essendoci le Buste, noi commissari potremo godere di un colloquio all'insegna dell'arguzia e della competenza. Infatti il Ministero, il Gran Livellatore delle Disparità, al fine di rendere tutti uguali, crea condizioni di disagio identiche per tutti. E quando dico tutti non intendo solo gli studenti, ma anche la commissione.

L'antefatto.
Usciti i voti degli scritti, gli studenti possono farsi i conti su quando manchi per arrivare al 60. Voto minimo per un diploma e, ovviamente, lasciapassare per il Nulla Assoluto, giacché un diploma con voto minimo è utile oggi come un videoregistratore VHS.
Nel Mondo Ideale del Ministero, tutti gli studenti motivatissimi puntano al massimo, nel Mondo Reale gli studenti a cui mancano 6 punti su 20 per arrivare a 60 vendono già i libri e spendono il ricavato in Haribo gusto anfetamina.

Lo svolgimento.
L'esame orale 2019 è composto da 4 fasi. Il Ministero, dopo averle individuate, precisa nell'ordinanza che le fasi non debbano essere gestite separatamente, ma tutte insieme, anche se, volendo, si possono separare, ma con coerenza di fondo, orientando l'esposizione dello studente in modo da attraversare le 4 fasi (che sono 1, ma contemporaneamente 4 e non vi venga voglia di contestare un simile dogma) senza che il candidato percepisca né di averle attraversate né che ci sia stato un'indicazione da parte della Commissione, la quale deve stare essenzialmente zitta e allo stesso tempo orientare (con gesti? sguardi? alfabeto muto? segnali di fumo?). Chiaro, no?
Le fasi sono:
  1. BUSTE! Il Presidente estrae 3 buste, il candidato ne seleziona una, ne legge il contenuto e ci costruisce un percorso interdisciplinare. C'è chi se la cava: generalmente chi ha studiato in maniera adeguata oppure ha un naturale talento per vendere pentole porta a porta. C'è chi si arrabatta, magari perché ha imbroccato l'argomento giusto o perché ricorda qualche informazione percepita a lezione mentre sbirciava Instagram. C'è chi esplode senza neanche leggere il testo della busta. E poi c'è Adelina.
    Adelina è una studentessa al limite, nel senso che per considerarla studentessa bisogna spostare il limite molto verso il basso. Studia il giorno prima, ma sbaglia pagine del libro. Oppure si fa prestare gli appunti dai più cialtroni della classe. Arriva all'Esame passando attraverso le maglie del sistema (in sostanza, ogni anno c'era qualcuno di più scarso di lei che veniva fatto accomodare all'uscita). Ma ovviamente non ha idea di come ci si prepari. Però sa tutto di programmi tv in cui gente obesa cerca di dimagrire. All'esame estrae una busta con una citazione di Montale, lo scambia per Ungaretti e comincia a parlare di rivoluzione sovietica, tettonica a placche e Pinchergar (che, nello sconforto del docente di Filosofia, si rivela essere Kierkegaard). Poi afferma di voler fare la nutrizionista e la spedisco fuori prima che le venga chiesta la motivazione.
  2. Cittadinanza e Costituzione (per gli amici “C&C”). Cosa hanno fatto durante l'anno gli studenti per formarsi come cittadini e per studiare la Costituzione italiana? Glielo si chiede, ohibò, anche se la miglior cosa sarebbe che ci arrivasseroautonomamente nel loro percorso interdisciplinare. Spesso però accade che sia il docente di Storia (o di Diritto) a dover chiedere qualcosa, perché lo studente già di suo ha collegato la Grande Guerra coi termovalorizzatori e bisogna porre un limite ai vaneggi. Ma quando Mariella dice che l'Italia supporta la guerra contro i cattivi, tu cosa fai?
  3. Alternanza scuola-lavoro. Li abbiamo mandati a lavorare per un numero variabile di ore. A volte in posti pertinenti, a volte a casaccio. Qualcosa hanno imparato, più spesso hanno fatto fotocopie. Molti hanno capito cosa non vogliono fare nella vita e quindi hanno avuto lo stimolo per iscriversi a Filosofia. Insomma, il Ministero vuole che i ragazzi ci parlino di questa ASL. E infatti ce ne hanno parlato, come ha fatto Gualtiero.
    Gualtiero un anno fa è finito in un campeggio e ha voluto esporre la sua esperienza. Presenta 50 slide di scandaloso PowerPoint fatto da un cugino, ove ripercorre la normativa della ASL scaricando immagini filo-governative di giovani felici e speranzosi, descrivendo poi nei dettagli l'infame struttura turistica iper-economica dove a far le ferie ci andrebbe al massimo la coppia Fantozzi-Calboni e le attività da schiavo di piantagione che ha dovuto svolgere. Il tutto in un italiano stentato, che rende impossibile la comunicazione con chiunque sia nato a 10 km dal Basso Piave. L'esibizione è stata interrotta dal Presidente per manifesta inferiorità.
  4. Correzione delle prove scritte. Lo studente, alla conclusione del suo calvario ma mai oltre il 50° minuto di esame (Presidenti tassativi sulle tempistiche, giacché nel pomeriggio dovevano andare a vongole), viene sequestrato dai docenti delle prove scritte per la correzione. Livello di comprensione degli errori, mediamente, pari a zero: il candidato, in stato confusionale, accetta le correzioni passivamente e sorride anche se ha preso l'equivalente di un 3, non manifesta pentimento per la sua sciagurata prestazione e nel frattempo si toglie le scarpe per indossare le infradito.

L'epilogo.
Si chiude con “Cosa farai dopo?”. A parte la sempre esilarante “Vado al mare”, le risposte generalmente dicono tutto dello studente, al punto che in futuro ridurrei l'esame orale a questo unico quesito. Da “Matematica alla Normale di Pisa” dopo un 3 nella prova di Matematica a “Lingue straniere, ma non so quali” fino a “Penso che resterò disoccupato a vita” (è la versione onesta di “Mi iscrivo a Filosofia”). Ma il migliore resta Basilio.
Basilio durante l'anno si è distinto per zero voglia di studiare e limiti intellettivi notevoli, in parte supportati da un regolare uso di cannabinoidi, ma anche una educazione impeccabile. Ispira una drammatica tenerezza, la stessa che provi per il porcospino che attraversa la tangenziale guardando solo dritto. Agli scritti rimedia due solide ma non gravi insufficienze e ha bisogno di un voto simile per arrivare al 60. L'orale è l'apoteosi dello schifo: nozioni a vanvera e collegamenti ben al di sotto della dignità, una performance di C&C da revoca immediata della cittadinanza e un'esposizione di ASL da cui si intuisce che si è nascosto per 200 ore in un sottoscala. Il Presidente chiude con “Cosa farai dopo?” e Basilio, rispettosamente alzandosi in piedi, dice: “Giuro che non mi iscriverò all'Università, i miei genitori mi troveranno un lavoro dove non farò danni e, a Dio piacendo, potrei diventare un membro produttivo della società. Forse farò anche volontariato”. La Commissione, unanime, gli concede il minimo per il 60, ma non prima di fargli sottoscrivere le promesse su carta bollata.






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