martedì 14 luglio 2020

Esami di Stato 1348 - pt. 3... Ascensione e beatificazione di commissari e segretari


Non ho avuto mai operato in scuole climatizzate. Forse da qualche parte esistono, ma, come il noumeno kantiano, non sono oggetto d'esperienza. Ultimamente, poi, tra riscaldamento globale e roghi legati all’abuso di grigliate in Val Padana, le temperature si sono fatte più punitive: ne consegue che l’esperienza del commissario, tra giugno e luglio, è un rito di passaggio. Certo,  il rischio d‘infarto per alcuni è anche legato a certi atti d’ignoranza abissale a cui s’assiste durante l’esame, ma per ora parleremo solo di temperature.
Se la scuola è fresca, solitamente è perché ha aule dal soffitto altissimo, per permettere ai docenti più anziani di dormire appesi al soffitto e per mettere i salami a stagionare. La maturità in aule del genere è vivibile, anche perché quando svieni all’indietro sentendo bestialità dei candidati puoi ammirare lo stato degli insaccati. Oppure incroci lo sguardo col docente 80enne di Filosofia che ha schivato la commissione e ti fissa dal soffitto a testa in giù, in attesa che calino le tenebre e si possa uscire in cerca di vittime a cui sciorinare commenti su “Della grammatologia” di Derrida.
Altra motivazione della freschezza è l’umidità. Pare che alcune aule vengano usate tutto l’anno per la coltivazione di funghi e allevamento di zanzare. La illusoria frescura viene messa quindi in secondo piano dalla proliferazione di batteri e dalle incursioni di sciami di zanzare-tigre le quali, inserite in un contento formale come gli Esami di Stato, si montano la testa e si lanciano in atti di bullismo.
Ma queste sono lodevoli eccezioni. La realtà è l’aula fornace, costantemente esposta al sole e con riscaldamento acceso perché la Provincia si è sbagliata a comunicare le date di chiusura degli impianti e, per evitare contenziosi, meglio accontentare la Provincia. Le commissioni devono quindi tenere gli oscuri (o le tapparelle) chiusi, donando all’Esame un ambiente da iniziazione massonica: il candidato è un’ombra parlante, ci si fida che sia veramente chi dice di essere, ma potrebbe anche trattarsi dell’unico parente che è riuscito a passare l’esame di terza media, oppure uno dei bidelli che si annoiava. Mi è capitato, detto tra noi, di fare un esame del genere nelle vesti di candidato durante un concorso: agosto mortale, fuoco e fiamme, aula oscurata in maniera quasi ridicola, commissari visibilmente provati ed ero solo il secondo della mattinata, la presidente che aveva sbracato del tutto con abitino prendisole ed esuberate esposizione di pelle sudata, fiduciosa che nelle tenebre dell’aula nessuno l’avrebbe notata. Per sua sventura feci una prova che la fece irritare (forse manifestai il mio disprezzo per i carciofi e lei ne era un’estimatrice) e mi si avvicinò per redarguirmi, cosa che mi permise di ammirare troppe cose che avrei preferito non conoscere. 

Eppure i disagi ambientali non sono il peggio. Il peggio sono i verbali. Il ruolo di segretario verbalizzante è una condanna a morte. L’agile Ministero, per evitare i soliti ricorsi, ritiene utile che vengano compilati verbali per ogni singola attività della commissione, comprese le discussioni su chi non sia figlio di Maria. Essere nominato segretario è l’equivalente di essere estratto a sorte per andare a invadere la Russia: non sai se tornerai e comunque andrà male. Certo, è tutto online e si tratta solo di inserire dati… ma se sbagli quel singolo dato, un’intera generazione di avvocati senza lavoro né futuro è pronta a portare tutti in tribunale per contestare l’esame di qualche genio incompreso che meritava 48, ha preso 60 e voleva 75. 
Poi ti va anche di lusso se trovi il presidente che fa tutto lui, perché se c’è qualche errore ci va di mezzo e tanto vale sacrificarsi, ma non è una regola… puoi incappare anche in varie tipologie di scalzacani: per brevità presento due archetipi.
  • Calandrino non sa nulla. Fa il presidente perché ben pagato, ma non si prepara, non legge le ordinanze, non ha voglia. Sa che fa schifo e che rischia ricorsi, quindi prende le seguenti contromisure: vuole promuovere tutti e vuole che il segretario faccia tutto, anche la spesa. Siccome poi non capisce, vuole rileggere i verbali e li fa rifare a caso, un po’ perché va in confusione e un po’ perché di tornare a casa dalla moglie non se ne parla. Non è amato dalla commissione, perché fa perdere tempo a tutti,  ma l’avvelenamento non è contemplato dall’ordinanza e quindi tocca tenerselo. 
  • Cesare Augusto ama comandare e, siccome durante l’anno nella sua scuola non glielo fanno fare, si sfoga quando fa il presidente alla maturità. La prima cosa che mette in chiaro alla plenaria è che l’ordinanza gli assegna poteri dittatoriali e si inventa una lunga serie di casistiche in cui può intervenire con la corte marziale. Essendo Alfa, Cesare Augusto ama la competizione coi maschi per ottenere ammirazione dalla componente femminile, oltre a millantare attività clamorose nei pomeriggi post-esame (le più gettonate, per ora, sono parapendio, cordata sul Monte Terrore e pesca di squali a mani nude). Cesare Augusto considera il segretario un sacco da boxe, spesso rischiando una coltellata. Superare questa prova come segretario ti rende pronto per la Candida Rosa.



… in produzione gran finale con fuochi d’artificio e consigli alimentari…


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