mercoledì 30 agosto 2023

2022-'23 - Esami di Stato (PT 4, "Hasta la vista, baby")

Negli orali degli studenti nulla cambia mai e quindi sintetizzo:


afa, studenti eleganti, collegamenti arditi, nessuna crisi isterica, qualche buona prestazione, modalità d’esame che favorisce i retori, progetti per il futuro spesso sovrapponibili (ma questo Paese si svuoterà dei migliori, sappiatelo), l’inutilità del momento PCTO (a richiesta: chiarimenti su cosa sia), Educazione Civica un giorno capiremo il senso, destino della Nazione in mano a gente che potrebbe anche fare bene se solo riuscisse a lavorarci.


Resta la condizione del Commissario: spesso di mezz’età, tenuto a un abbigliamento dignitoso e quindi costretto alla canicola e al sudore, abituato per professione più a parlare che ad ascoltare. Inesorabile cala sul Commissario il desiderio di dormire. Più avanzano le esposizioni e più si sognano freschi guanciali, fino all’inevitabile abbiocco con sommessa russata (in particolare quando il trentaduesimo studente spiega nei dettagli la stessa esperienza PCTO dei precedenti trentuno).

Non potendo l’addormentato svegliarsi da solo (a meno di una poderosa russata in combo naso/laringe, ma ci riuscì solo Francis anni fa), che fare?


PROBLEM SOLVING. Sei un membro della Commissione e noti che un collega, seduto al tuo fianco, s’è addormentato. Russa. Come risolvi?

  1. Gli tiri una gomitata e lo svegli.
  2. Gli versi lentamente dell’acqua lungo la schiena.
  3. Cominci a tossire forte finché interrompi la sua pennichella.
  4. Fai finta di niente.
  5. Urli nell’orecchio del collega.


PUNTEGGIO.

  1. Prendi 2 punti. Soluzione grezza, il collega si sveglia urlando e scatta il Ricorso dello studente per avergli provocato un trauma. Coi soldi del ricorso il candidato se ne va in qualche paradiso fiscale a vivere di rendita e piccolo spaccio.
  2. Sono 4 punti. Soluzione più elegante, ma non elimina il rischio ricorso. Nel caso funzioni, comunque ti sei fatto un nemico e ogni voto da te proposto verrà contestato e rivisto al ribasso.
  3. Punti 3. Il collega si sveglia, ma la cagnara deconcentra lo studente, che fissa il Presidente, che vede il Ricorso e l’Ispettore. Hai fatto troppi danni. Devi rivedere la tua capacità di prevedere il futuro, svolgendo un corso da almeno 24 CFU.
  4. Eccoti 5 punti. Scelta conservativa, non si infrangono equilibri e la prova dello studente procede senza intoppi. Scongiurati Ricorsi e Ispettori. Il collega viene delicatamente svegliato durante le operazioni di discussione del voto per un’opinione sull’andamento del colloquio. Tace e acconsente. 
  5. Solo 1 punto. E’ anziano, fa l’infarto, tocca sostituirlo. Ti odiano: membri della Commissione, studenti, collega ospedalizzato, collega prelevato da Fuerteventura per la sostituzione, Dirigenza dell’Istituto per aver sottratto alla scuola una risorsa fondamentale (il collega dormiente faceva un sacco di supplenze, sempre dormendo). Non ti ama nessuno.


Voti assegnati, pacco verbali assemblato e firmato, griglie firmate, prove scritte corrette e firmate, schede personali compilate e firmate. Revisione firme. Aggiunta firme mancanti. Revisione. Ristampa verbali sbagliati e firmati nuovamente. Convocazione del collega di sorveglianza nella prova scritta, che si è dimenticato di firmare e viene di corsa con i surgelati che si sciolgono nella borsa della spesa, lasciando la scia come una lumaca. Revisione. Mancano delle firme. Non si capisce di chi, s’è firmato come i medici di base e non si riconoscono le grafie, quindi rifirmare tutti. Revisione. Pare vada tutto bene. Revisione. Conferma che tutto va bene. Verbale di revisione prodotto, stampato e firmato. 


Si proceda alla Cerimonia del Pacco: cartone, ceralacca, sigillo imperiale, spago con doppio nodo Windsor, inno del Ministero cantato a cappella dalla Commissione, bacio alla bandiera italiana e rompete le righe. 


Da domani e per qualche settimana, Chiosco Saigon in nota località balneare: scontrini questi sconosciuti, simpatia boccaccesca, POS rotto da maggio e lamentale sulla direttiva Bolkestein (2006/123/CE).


PRIMA PARTE

SECONDA PARTE

TERZA PARTE

lunedì 21 agosto 2023

2022-'23 - Esami di Stato (PT3 - Interludium)



“Shhh… Professore, venga qua…”.

“Dica, Presidente”.

“La vede quella studentessa là? Chiaramente agitata”.

“Plausibile. Due litri d’acqua in 60 minuti. Di solito durante l’anno va ai servizi ogni ora. Immagino senta una certa pressione interiore”.

“Non può andare ai servizi, è passata solo un’ora”.

“Credo lo sappia, per quello si contorce. Si aggraverà, comunque. Prepariamoci a una deroga”.

“Deroga, Professore!? Lei mi uccide… e se arriva l’Ispettore proprio mentre questa è ai servizi prima del tempo? Qua finiamo tutti al gabbio”.

“Premesso che non mi ci vedo processato per un’incontinenza, l’Ordinanza Sacra dice che per le emergenze è prevista la deroga”.

“Alla riunione dei Presidenti non si è fatta menzione, Professore. Tuttavia l’Ordinanza è sovrana, mi faccia vedere l’articolo e il comma”.

“Aspetti che rompo il sigillo imperiale e srotolo la pergamena… ecco, proprio sotto le punizioni corporali previste per chi usa troppi termini in lingue forestiere”.

“Va bene Professore. Se appuriamo l’emergenza, può andare in deroga”.

“E come appuriamo l’emergenza, Presidente?”.

“Non c’è scritto nell’Ordinanza e non se ne è parlato nella riunione. Mi lasci chiamare il Provveditorato…”.

 […blahblahblah….] 

“E’ discrezionale, Professore. Questo è un problema, perché nella Discrezionalità di annida l’Illecito e quindi il Ricorso. Guardi qua, mi basta dirlo e già mi viene la pelle d’oca”.

“Quindi?”.

“Dobbiamo trovare un metodo per valutare oggettivamente l’emergenza. Attenda qua, vado a chiedere agli altri Presidenti”.

 […blahblahblah….] 

“Professore, qua siamo al delirio. Ognuno fa a modo suo!”.

“Beh, è discrezionale…”.

“Quando saranno tutti alla sbarra questa discrezionalità la malediranno… Noi faremo così: cronometriamo il tempo che passa tra una contrazione e l’altra del richiedente deroga, se inferiore a tot può andare ai servizi”.

“Eccellente, il pericolo dell’Illecito e del Ricorso si allontana”.

“Non faccia l’ingenuo, Professore! Tutta la procedura va verbalizzata. Andiamo in calce a un verbale precedente? No, apriamone uno nuovo. Siamo al 32 o al 33?”.

“Siamo al 48, Presidente. Si ricorda che abbiamo verbalizzato anche le modalità di apertura delle buste con le tracce, i criteri di valutazione dell’abbigliamento, un paio di verbali per segnalare al Ministero le temperature e uno per dichiarare che il ventilatore cinese non ha legami diretti col governo della Repubblica Popolare?”.

“Giusto. Procediamo. Meglio abbondanti che deficienti”.

“Presidente, la studentessa chiede di andare in bagno in deroga. Che faccio, cronometro”?.

“Cronometri!”.

“E’ nei tempi previsti, può andare”.

“Non certo da sola, Professore. Nell’Ordinanza non si dice, ma alla riunioni sono stati chiari: studenti scortati ai servizi dai docenti, perquisizione preventiva del bagno e tempo limite per l’evacuazione. Se mi dà il tempo, posso citare anche un Regio Decreto che precisa meglio…”.

“Non credo ci sia il tempo, sta esplodendo. Chiamo una collaboratrice scolastica per scortarla…”.

“Lei non mi ascolta! La scorta va fatta dai docenti. Vada”.

“Caro Presidente, penso che la mia presenza in un bagno femminile potrebbe essere fuori luogo. Non è che si possa configurare l’Illecito?”.

“Dio non voglia! Ma non ci sono colleghe presenti ora. Quindi deve farlo lei. Proceda così: mandi una collaboratrice a far uscire tutti dal bagno femminile, entri con cautela e proceda all’ispezione, poi attenda fuori dalla porta che la studentessa svolga l’operazione, ricordando di sollecitarla per farla stare nei tempi. Poi tornate qua e lei mi stende un bel verbale dettagliato”.

“Alleghiamo anche un campione delle urine, Presidente?”

“Non mi prenda in giro. Certo che sì. Anzi, due: uno anche per l’Ispettore”.


PARTE 1: QUI

PARTE 2: QUA

sabato 19 agosto 2023

2022-'23 - Esami di Stato (PT 2)

 


Febbraio chiarì che all’esame sarebbe ricomparsa una categoria ormai data per estinta: la Seconda Prova.

Dilagò la disperazione, soprattutto tra gli studenti che davano per scontato che le materie d’indirizzo potessero essere trattate alla stregua di Religione. Partirono anche quelle petizioni online con cui 92 milioni di studenti chiedono al Ministero di alleggerire l’Esame perché (inserire motivazioni varie collegate alla pandemia), a cui il Ministero non risponde perché gli appelli vanno presentati su pergamena d’agnello e sigillo imperiale.

Insomma, prima e seconda prova da svolgere e bisogna mettere il bestiame in un’aula adeguata. Tanto ormai sono mesi che i ragazzi si sputazzano addosso in classe e non ci sono stati né contagi né gravidanze, quindi anche gli scritti si possono fare nelle medesime aule.

Maggio piovoso, avaro di frescure, ma prodigo di zanzare. Il vento africano di metà giugno bruciava la terra e rendeva le aule ottimi altiforni per la produzione di ghisa. 

Soluzione per ovviare a queste piccolezze: finestre chiuse (lasciando all’esterno calore e zanzare), luce accesa e ventilatori acquistati in offerta a 15.76 yuan su Taobao.

Il decoro impone poi agli studenti di evitare ciabatte, canotta e culotte, privilegiando invece un comodo outfit da lavoro che per i maschietti vira su camicia e pantaloni (va bene sempre, dai matrimoni all’aperitivo punitivo), mentre le signorine vanno un po’ più in difficoltà vista la scarse abitudine al tailleur. Nulla di particolarmente scandaloso da segnalare, purtroppo.

Riepiloghiamo: temperature africane, aule chiuse, miniventilatori, studenti abbigliati come broker di Lombard Street. E una seconda prova di 6 ore che richiede giusto un po’ di sforzo in più rispetto al postare su Instagram le proprie chiappe con citazioni di padre Kolbe.

Potrebbe anche essere che qualcuno, non recependo il divieto di andare in bagno prima di tot ore e sottovalutando la capienza della propria vescica, si sia portato una borraccia da 2 litri di tè verde. Perché è vero che stimola il sistema nervoso centrale senza creare i danni della codeina, ma è pure un formidabile diuretico che fa ripiegare su di sé ogni studente fino all’inevitabile resa della  suddetta vescica. 

Vero altresì che rinunciare ad assumere liquidi avrebbe condotto a un collasso difficilmente gestibile e avrebbe rischiato di madre la Commissione alla prova suppletiva. La Prova Suppletiva è uno degli incubi di ogni Commissario, insieme all’Ispettore, il Ricorso e i Verbali da Rifare. Ma insomma, si sarebbe andati di flebo e via fino alla sesta ora…


Qualche dato per chiudere.

Temperatura e umidità: 32-33 gradi e 98%

Zanzare: due, ma immortali e assetate come un vecio alla sagra

Ventilatori: 1, funzionante fino alla fine (buon lavoro Mu Chen, hai fatto grande la Repubblica Popolare Cinese)

Collassi: 0 (un grande risultato per la nostra Meglio Gioventù)

Sudore: a fiumi

Lucidità mentale: in calo progressivo dalla terza ora in poi, studenti visti vagare senza fissa dimora nel pomeriggio.


Pronti per la parte 3, interludio scottante…


PARTE 1: QUI


giovedì 17 agosto 2023

2022-'23 - Esami di Stato (PT 1)


Febbraio chiarì che all’esame sarebbe ricomparsa una categoria ormai data per estinta: il Commissario Esterno (da ora in poi lo chiameremo l’Esterno, rievocando con tale definizione mitologie lovecraftiane in certi casi assolutamente pertinenti al profilo dei docenti) 

Avvistato per l’ultima volta nel 2019, l’Esterno era sparito dal 2019 causa pandemia e nei successivi tre anni il suo ricordo si era fatto sempre più sbiadito.

E sì che tutti i docenti, prima o poi, potevano mutarsi in un Esterno. Tutti eccetto quelli di Filosofia, tipica materia da Interni perché evidentemente al Ministero concordano con un mio vecchio Preside che mi disse “Tanto quello che dicono gli studenti in Filosofia lo capiscono solo i docenti di Filosofia”. Avendo sempre ricoperto il ruolo di Commissario interno, gli Esterni sono stati oggetto di osservazione accurata, quindi butto lì una parziale serie di categorie di Esterni che ho avuto il piacere di ammirare.


AVVISO. 

Elenco senza pretese di esaustività e senza implicazioni morali. Questi sono alcuni, non tutti. Se al lettore vengono in mente altri modelli, accetto consigli. Se qualcuno si sente chiamato in causa, o lo è o non lo è. Io mi riconosco in almeno due categorie, non necessariamente tra quelle elencate.


  • Gente normale. La maggior parte, di cui null’altro c’è da dire.
  • Bravi maestri. Ce ne sono tanti da cui imparare, sempre preparati e giudiziosi: grazie di esistere, ma passiamo oltre.
  • Cattivi maestri. Si impara cosa non fare, quindi hanno anche loro una funzione. Rufus ignorava la sua materia e mi ha insegnato che devo studiare sempre, Benny non faceva mai finire le frasi agli studenti e poi si lamentava che non sapevano costruire un discorso, Layla giochicchiava col telefono e poi sparava valutazioni a caso, Brandon si lamentava di tutto ma non proponeva mai una soluzione…
  • Megaloman (-woman). Niente relazione con il supereroe, si tratta di un soggetto megalomane. Non è dato sapere se lo sia anche nella sua normale attività di docenza, ma essere investito del “potere” di giudizio sugli studenti dei colleghi genera nel soggetto delle mania di grandezza che solo una Commissione equilibrata può smorzare. Bernard, per fronteggiare il megalomane Roy, proponeva sempre voti altissimi che Roy prontamente abbassava: ne risultavano sia una valutazione equa sia una soddisfazione quasi erotica di Roy che aveva imposto la sua indomabile volontà.
  • “Ipsa itaque ignorantia summa ac vera est sapientia” (Giovanni Scoto Eriugena). In sostanza, “la più alta saggezza è la vera ignoranza”. Ma Margaret, che in termini di spessore e intelligenza equivaleva a Fritz delle Sturmtruppen, credeva di sapere non solo della sua disciplina, ma anche delle discipline altrui e proponeva agli studenti arditi collegamenti che, pronunciati in classe, avrebbero garantito la retrocessione alla Primaria. Se Margaret fosse stata conscia del suo livello, probabilmente sarebbe stata zitta, ma era sciagurata e parlava. Tale categoria si disinnesca non valutando ciò che dice, ma senza farglielo capire, che tanto è impegnata a farsi i complimenti da sola per i collegamenti.
  • Il Matto. Non l’arcano maggiore dei tarocchi (che pur podrebbe rappresentare un categoria), ma il docente spinto da impulsi irrazionali. Non stupisca che esistano matti tra i docenti, quando essi sono ovunque nella società e la scuola è spesso in piccolo ciò che la società è in grande. La gestione del matto è pura improvvisazione, giacché egli stesso è imprevedibile. O sei Spud, che era il matto più geniale di tutti e infatti è stato inghiottito da un vortice spazio-temporale, oppure ti rassegni a lasciarlo fare e abbozzare a ogni delirio. Clement non fu arginato da un luminare della psichiatria, ma da Edda che gli portava ogni mattina una pastina e lui la fissa per ore senza mangiarla (la pastina, non Edda).
  • Savonarola (vedi anche “Il Contestatore”). L’hanno obbligato a fare l’Esterno. Ma sarebbe polemico anche se fosse Interno. Savonarola detesta l’Esame di Stato: ha mille motivazioni (non ripercorro, se non dietro esplicita richiesta del lettore), comunque lui là a correggere prove e ascoltare colloqui non ci vuole stare. E sbuffa, ribolle, digrigna i denti per ogni dilazione del tempo previsto. Arriva anche a non chiedere nulla della sua disciplina per far prima. Si alza e guarda fuori dalla finestra, sognando mari e monti, o la spesa al centro commerciale, o la partita a carte sotto la frasca. Propone voti altissimi per fare prima, ma non li difende dalla controproposte perché teme la palude della discussione. Alla fine delle operazioni scappa a lunghe falcate, per una breve soddisfazione pomeridiana che conduce alla rinnovata e circolare irritazione mattutina. Raramente c’è più di un Savonarola per commissione, l’algoritmo vorrebbe evitare collassi entropici.
  • Quisling. Traditore destinato nell’aldilà ad avere il cranio sgranocchiato da Lucifero, Quisling annota silenzioso l’andamento dell’esame nella speranza di rilevare delle violazioni del protocollo. E poi chiama il Provveditorato. Che convoca il Presidente di Commissione e lo crocifigge. Ma la denuncia è anonima e non sapremo mai chi dei Commissari sia Quisling. Ben più di uno psichiatra sostiene che Quisling esista solo nella mente dei Presidenti di Commissione più pavidi: io non ne ho mai incontrato uno, il che non esclude l’esistenza né il fatto che possa essere io.


Parte 2 in arrivo!

domenica 18 settembre 2022

RECKLESS LOVE + SPEED STROKE - Recensione eticamente accettabile e non perseguibile penalmente.



16 settembre 2022

Revolver Club  - San Donà di Piave (VE)



SPEED STROKE

Premessa: mi sono piaciuti. Forti di raccomandazioni pesanti (in giro non ho sentito mai dire “Speed Stroke al gabbio”), convincono le tredici persone sotto il palco e si lasciano ascoltare dalle undici impegnate al bar.

Il batterista ha pestato anche le zanzare in transito, a fine show poi ha smontato la batteria in 38 secondi: non so che lavoro faccia, ma se avete bisogno di un roadie o di una disinfestazione d’emergenza, questo è il vostro uomo. 

Il cantante cerca per tutto il concerto di strangolarsi con il cavo del microfono, purtroppo dopo il concerto non ho gli chiesto il perché: ipotizzo quindi che cerchi soddisfazione sessuale tramite soffocamento. Non si perde una inquadratura dei fotografi, ergo questo è il vostro uomo se avete la sensazione di essere seguiti dai paparazzi: lo portate con voi, ogni volta che capta una macchina fotografica lui si mette in posa e la copertura del paparazzo è saltata.

Gli altri tre, quelli con gli strumenti a corde, hanno il fomento che ogni band dovrebbe possedere quando ha l’onore di suonare nella zona industriale di San Donà di Piave.

Conclusione: bravi, ho preso le magliette e mi hanno dato anche un cavatappi, così finalmente a casa mia si può stappare chinotto a manetta.


RECKLESS LOVE

Li avevo lasciati in un Revolver semivuoto anni fa, agghindati come i Veri Rocker che hanno visto le VHS di “Decline of the Western Civilization pt 2”. Fu un concerto con dei playback clamorosi. Quest’anno, dopo l’ultimo disco suonato col Commodore64, avrei scommesso in un tour col solo Olli Herman che cantasse il karaoke: risparmio ed ecosostenibilità, così come vogliono i tempi correnti. Ma invece di fare l’Alberto Camerini del 2022, Olli si presenta con tutta la band, che evidentemente ci teneva a farsi una vacanza (a parte il batterista, che ha lo scopo manifesto di accoppiarsi anche coi termosifoni).

Vestiti come Don Johnson che spaccia Rolex tarocchi in piazza a Jesolo nel 1985, esibiscono chitarrina innocua e la batteria con gli effetti di Arkanoid (quando becchi il superpotere e spari contro i mattoncini). Il chitarrista aggiunge al look le sneakers del Lidl.

Tra la lezione di aerobica di Olli (che anticipato troppo il passaggio dalla definizione alla massa) e sorrisoni Mediaset da parte della band, il concerto marcia come un orologio. Visto che con le basi da karaoke non è facile improvvisare, va bene anche questa precisione millimetrica, inframmezzata da arringhe di Olli in stile Manowar che allungano il concerto senza dover suonare pezzi in più. 

Va bene anche così, perdio! Era la quarta volta che spostavano la data e alla fine bisognava farla, anche a costo di suonare nella palestra del Circolo Anziani di Ponte Crepaldo.


BAGNO DEL REVOLVER

Quasi pulito, col tappetino per la doccia sempre là in un angolo e la porta senza serratura per invitare gli utenti a fare irruzione e spingere dentro la turca chiunque sia impegnato a fare i bisognini. Una certezza.


PER CONCLUDERE… 

  • Serata piacevole, ingentilita da un uragano che ha colpito il Veneto Orientale. 
  • Affluenza poco soddisfacente, ma signorine comunque felici perché alla fine Olli si è tolto la maglietta (record di resistenza, di solito ci metteva 2 canzoni e stasera ha atteso i bis), esibendo peraltro dei tatuaggi da carcerato che non mi ricordavo.
  • Entrambe le band disponibili a foto, autografi, manate sul sedere, che tanto ci si conosce tutti ed è come tirare il coppino a un cugino di secondo grado.
  • Alcuni hanno malignato che il giorno seguente avrei fatto compito a sorpresa nelle mie classi. A detta di alcuni ben informati, la previsione si è realizzata. Ma per averne la prova vi servono i testimoni e vi sfido a trovarli. 

giovedì 18 agosto 2022

ESAMI DI STATO pt. 4.2 - Grand Finale (sbilancio ulteriore)


C’è altro da dire sull’Esame? Qualcosa… 


RISULTATI. L’edizione 2022 degli Esami di Stato ripropone due prove scritte, utili per abbassare le valutazioni sennò salta fuori la solita sfilza di 100 che illudono di poter diventare cardiologi a colpi di rimozione progressiva degli esami. Pare che comunque siano arrivati lo stesso i voti massimi in svariate zone del Belpaese. Prepariamoci a un’Italia piena di cardiologi. Detto ciò, le prestazioni agli orali hanno risentito del riscaldamento globale, quindi…


RISCALDAMENTO GLOBALE. Problema planetario che si ripercuote localmente sulle facoltà intellettive della commissione e degli studenti. A titolo personale, il caldo soffocante e le zanzare mi succhiano almeno due titoli di studio e la patente del monopattino. Quindi, allorché sento lo studente farfugliare di pendolo tra noia e fulgore, la capacità reattiva è la stessa del riccio sbronzo che attraversa l’autostrada. Del resto, l’Università Invisibile di Ankh-Morpork ha da tempo dimostrato che i troll sono babbei a temperature alte, ma se obbligati a vivere in climi rigidi, essi si dimostrano arguti e fantasiosi (cit. Pratchett). Umilmente consiglio Esami di Stato in piscina: fresco, ventilato, palcoscenico adeguato per infradito à la page. Altrimenti rassegniamoci a un progressivo declino delle prestazioni intellettive.

A questo punto, solitamente, un collega spara la solita “E pensare che all’Istituto Douglas Quaid ci sono i climatizzatori in ogni aula!”, il che vale tanto quanto il cugino che una volta è morto.


PAUSA CAFFE’. La droga più utilizzata dall’essere umano non rende la vita del professore più semplice, giacché la dipendenza da caffeina il docente la sviluppa già all’atto di laurearsi. Pausa caffè serve quindi per reintegrare la dose e non andare in astinenza. Il rischio, ovviamente, è che una commissione in crisi di astinenza e flagellata dal riscaldamento globale cominci a sparare giudizi random o a usare “davvero” le griglie. 


FAME. E’ un problema mio, anni di precariato mi hanno rese familiari la fame e la povertà (non che la situazione sia migliorata con la paternità…), quindi a cadenze regolari il mio stomaco invia al cervello l’impulso della fame e dal cervello rimbalza verso le corde vocali. Dico “Fame!” e mi metto a mangiare quello che c’è. Tutto quello che c’è. Se non c’è niente, divento nervoso e boccio. Per evitare la sgradevole situazione, mi porto sempre cibo a sufficienza. Ma se c’è altro, mangio anche quello. Perché mio nonno mi ha insegnato che domani il cibo potrebbe non esserci più e giù adesso ci son problemi con l’olio di girasole. Generalmente mangio durante le esposizioni del PCTO (acronimo che sta per “Produrre Catalessi Tramite Obnubilamento”), perché se ho fame non riesco a raggiungere una dignitosa catalessi.


ADEMPIMENTI FINALI. Ne parlo da anni, ma ogni volta resto ammaliato dal rituale dello spago, della ceralacca e del sigillo, che evidentemente richiama a qualche culto orfico. Nel senso che vedi la morte del buonsenso e poi, quando la racconti, nessuno ti crede. C’è in effetti anche il momento cyberpunk, quando il Presidente chiude definitivamente l’applicazione contenente i 34 verbali compilati in digitale: brividi che neanche il monologo di Roy Batty… poi ovviamente bisogna stampare tutto e infilare nel pacco di cartone, che siamo di nuovo nell’Abbazia di Jorge da Burgos.


Ma adesso basta. Anche quest’anno lancio di diplomi ai bisognosi e nessun ricorso, quindi tre mesi di ferie (t.r.e.m.e.s.i., sembra incredibile, ma è tutto vero, come il wrestling) fisse al Chiosco Saigon a scialare il lauto stipendio in chinotti caldi con la panna (cit.).


… forse prossimamente scrivo della vita nelle piscine private, vediamo che dice il mio avvocato

mercoledì 17 agosto 2022

ESAMI DI STATO pt. 4.1 - Grand Finale (sbilancio)


Adesso della Maturità tutti tacciono, perché si profila all’orizzonte una nuova tempesta chiama “docente esperto”. Nel caos della vita estiva trovo il tempo per tracciare un bilancio finale di questa esperienza, disordinato e alla rinfusa come la vita dell’italiano medio ad Agosto.

Premessa doverosa: c’è una discrepanza insuperabile tra ciò che l’Esame dovrebbe essere e ciò che l’Esame è. L’ideale e il reale (oltre al titolo di un manuale di filosofia che non piace a nessuno ma tutti usano) sono alla base della carriera di Platone come influencer di tiranni siracusani, eppure ancora oggi la gente s’incazza se le cose non sono esattamente identiche a quanto scritto nella brochure. Le brochure del Ministero sugli Esami sono generalmente di 30 pagine e, saggezza popolare insegna, più prometti e più è difficile essere all’altezza. Diciamo quindi che l’unica promessa che si può considerare rigorosamente mantenuta è che, alla fine dell’Esame, se sarai stato sufficientemente bravo, avrai un diploma.

Avendo avuto un attacco di grafomania, spezzo arbitrariamente il resoconto in due e iniziamo la parte più consistente e drammatica, il bilancio sulle tempistiche dell’orale.


TEMPISTICHE. Ogni Presidente si raccomanda di non impiegare più di 50 minuti per il colloquio + 10 minuti per decidere il voto. In tal modo si fanno 5 studenti in 5 ore e alle 13 ci si può accomodare in coda sulla Treviso-Mare. Invece… ecco un esempio di una mattinata standard, divisa in 5 colloqui.


1. Lo studente entra puntuale alle 8, si assegna la traccia e si comincia la discussione. Tutti ligi al dovere, ma qualcuno fa una domanda in più (segnarselo, lo scotto verrà pagato al punto 2). La discussione sul voto è rapida, siamo tutti freschi e ci sono solo 32 gradi fuori. Conclusione ore 9.10.


2. Alle 9.15 il secondo studente fa il suo ingresso. Durante la discussione qualche docente pensa di ridare la dignità alla sua materia approfondendo qualche passaggio (e scoprendo amareggiato che il trafiletto sulla barbabietola non  è stato studiato), poi a momenti ci si dimentica di chiedere Educazione Civica e si fa una domanda in extremis. Conclusione ore 10.20.


3. Il successivo viene introdotto alle 10.25 e, per snellire, gli si dice di fare in fretta. Conseguente crollo psicologico del candidato. Partono le domandine della commissione, che equivale a togliere il casco a uno che ha fatto un incidente in moto: lo studente reagisce ripetendo le stesse domande senza articolare alcuna risposta e il Presidente pensa di risolvere la questione con un “Chi ha vinto la seconda guerra mondiale?”. Dopo aver scoperto che ha vinto la Germania ai rigori, si giustizia la vittima con una domanda a vuoto sulla Costituzione. Litigio sul giudizio (“L’hai fatto sbagliare tu”, “M’indigno per l’assenza di preparazione”, “Bisogna capirlo, tu puzzi”, “Non sapeva la data della edizione cinese di Essere e Tempo!”, ecc.), negazione-rabbia-patteggiamento-depressione-accettazione. Sono le 11.45 ed è già tutto in vacca.

… PAUSA CAFFE’… Minuti patteggiati: 5; minuti impiegati: 25.


4. Alle 12.15, con solo un’ora di ritardo, entra il quarto candidato. La commissione, superata l’astinenza da caffeina, imposta tutto come una chiacchierata tra amici. Domandine inoffensive, qualcuno azzarda delle battute, il Presidente affabile chiede in Educazione Civica una riflessione sugli oranghi negli zoo e si fila lisci verso una valutazione non conflittuale. Conclusione ore 13.15


5. Alle 13.20, scosso da spasmi nervosi e con lo stomaco attorcigliato, entra l’ultimo studente. Un collega alla prima esperienza aveva prenotato un massaggio cinese alle 13.30 e vede svanire l’occasione di giocare al D’Annunzio di borgata. Nessuno vuole infierire e il colloquio prende quella piega salottiera in cui i contenuti passano in secondo piano rispetto alle opinioni personali. Che lo studente non abbia opinioni è secondario, alla fine ne viene fuori con qualche perla (“La guerra è brutta”, “Uguali nella diversità”, “La globalizzazione ci ha dato sushi e kebab”) e chiude con la sue esperienza lavorativa in nero al Chiosco Saigon a Jesolo. Verdetto finale su proposta del Presidente, nessuno ha la forza di contestare e si chiude la baracca alle 14.20.


A breve la chiusura del bilancio